Calamite

Non lo so perché succede che io non riesca a tenermi le persone accanto.

In realtà sono io a farne a meno, quando mi rendo conto che sono diventata scontata come l' aria e perciò non più degna di attenzione. Quando capisco che persino arrabbiarsi non suscita la più pallida reazione, ma di rimando arriva solo indifferenza, decido di chiuderla lì, qualsiasi rapporto esso sia.

Ebbene è successo di nuovo, ieri sera, dopo essere tornata alla vista, alla cena della vigilia di Natale. La persona con cui ho chiuso sta volta avevo in mente di mandarla a cagare col botto già da un pezzo, eppure pazientavo, sperando potesse stupirmi e riscattarsi. Invece ha continuato a comportarsi così come ha sempre fatto, incurante e convinta che il mondo le debba comunque rispetto, senza che lei sia tenuta a darlo agli altri, a quelli che chiama amici. Rispetto per la parola data, per gli impegni, rispetto per le persone: tutte cose che sono mancate e che alla lunga hanno stancato.

E io sono così, metto alla prova, innumerevoli volte, mi dico che forse mi sono sbagliata e così do fino all' ultimo la possibilità di farmi ricredere. Ma all' ennesima volta, alla cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso, dico basta, non reggo di più.

Io non dico di essere perfetta. Dico solo che l' affetto che do alle persone mi impegna tempo ed energie. Forse aspettative, sbagliate lo so, ma certamente non merito di essere trattata come una scarpa rotta da usare solo per casa. Perchè siamo punto e da capo: le persone mi cercano quando sono tristi e sole, in automatico quando si tratta di divertirsi di me non hanno più bisogno e spariscono.

E così mi tocca andare a ballare da sola. D'altro canto, sono capacissima di circondarmi di tutte le persone di merda di questo mondo. Le persone vere, quelle che hanno dei valori, non mi conoscono ancora.